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Che la festa cominci - Niccolò Ammaniti


Ciao a tutti!
Oggi voglio parlarvi di questo libro, da me terminato il 3 Novembre, il quale ha suscitato non poche dispute: c'è chi dice che si tratta di un libro bello e divertente e chi invece sostiene che questo libro non sia il migliore scritto da questo famoso scrittore. Chi, almeno una volta nella vita, non ha letto un libro di Niccolò Ammaniti? Io non ho paura è sicuramente uno dei più gettonati. Forse perchè i professori alle medie, e più spesso al liceo, decidono spesso di assegnarlo come "compito" per le vacanze estive. Sbagliatissimo!
Non si possono impartire ordini agli adolescenti.
Si può cercare di convincerli, di invogliarli, di incuriosirli.
Ogni volta che si pronuncia la formula " devi fare" il lui o la lei della situazione (ormoni compresi) faranno di tutto pur di non rispettare l'ordine, risultato: i più estremi leggeranno "Guerra e pace"; i temerari non leggeranno niente, nemmeno gli sms degli amici; i neutrali compreranno il libro, aspetteranno che sia bello che impolverato, lo infileranno in una qualche libreria\mensola dentro casa e si scaricheranno il riassunto da Wikipedia durante la seconda-terza settimana di scuola. In ogni caso nessuno di loro apprezzerà il libro.
Consoliamoci del fatto che durante qualche show televisivo alla domanda chi scrisse "Io non ho paura" probabilmente si ricorderanno del compito e sapranno rispondere. Che amarezza...
Torniamo a noi:


Casa editrice Einaudi, pagine 328, prezzo 13 euro ( io l'ho pagato 6 perchè l'ho trovato usato in un mercatino, però come potete vedere è in ottimo stato, non sembra che sia stato mai sfogliato), codice ISBN 9788866213024.

In questo libro abbiamo due storie che ad un certo punto si incontrano.
Da una parte troviamo la Belve di Abaddon, una sgangherata setta satanica. Il capo "spirituale" è Saverio Moneta detto Mantos il quale si trova in una situazione abbastanza tragica dal momento che tutti i componenti della sua temibile setta lo stanno abbandonando: Antonello Agnese detto Molten si è comprato una moto e si è unito agli Hell's angels di Subiaco; Paolino Scialdone detto Il falciatore li ha mollati ed è entrato nei Figli dell'Apocalisse. Se ne stanno andando tutti,sono rimasti soltanto in quattro. Mantos deve cercare di risolvere la situazione ma la setta non è l'unico dei suoi problemi, infatti, puntualmente a casa lo aspettano un suocero un pò troppo invadente, una moglie un pò burina che pur di non andare a letto con il marito preferisce avere dei figli con l'inseminazione artificiale e ovviamente i suoi due bambini. Nemmeno il lavoro riesce a gratificarlo: vende mobili tirolesi nel mobilificio del suocero che non fa altro che criticarlo e offenderlo ogni giorno di più.
Dall'altra parte abbiamo Fabrizio Ciba, un quarantenne scrittore famoso e carismatico. Ha scritto un libro di successo tradotto in diversi paesi stranieri e sta lavorando ad una serie di romanzi su una famiglia sarda, che però si rivela un'inutile perdita di tempo. Ciba ama spostarsi per la città con la sua eleganza e con la sua Vespa. Ama le donne. Ogni volta che ne incontra una sente che questa è l'amore della sua vita, progetta il loro futuro insieme e poi se ne dimentica.
A Villa Ada è stata organizzata una festa meravigliosa ed indimenticabile alla quale sono stati invitati tutti i personaggi di spicco del mometo, attori, attrici, calciatori, cantanti, musicisti, medici, veline, pittori, stilisti ecc. Anche Fabrizio Ciba, all'ultimo momento decide di parteciparvi. Le Belve DEVONO partecipare assolutamente perchè la loro vittima sacrificale sarà una delle protagoniste della festa: la cantante Larita. Anche Fabrizio incontra Larita e, guarda un pò, se ne innamora perdutamente. Mentre fantastica sul suo nuovo amore un blackout a Villa Ada scatena il delirio più assoluto...

Niccolò Ammaniti scrive molto bene; i capitoli sono brevi e concisi e in loro si alterna una volta la storia della setta e una volta la storia di Fabrizio Ciba fino a quando i protagonisti non si ritrovano tutti insieme nella Villa romana. Il libro scorre e, secondo me, è stata una storia piacevole.

Il dibattito che riguarda questo libro spesso si apre sul fatto comicità.
 Ammaniti riesce ad essere comico oppure fallisce miseramente?
Sul retro copertina leggo "L'irresistibile comicità di Ammaniti sa cogliere i vizi e le poche visrtù della nostra epoca". Personalmente non mi trovo in accordo con questa affermazione: che Ammaniti riesca a cogliere i vizi e le poche virtù della nostra società non ci piove, ma sulla comicità ho qualche dubbio. O magari il mio è un concetto un pò diverso in quanto a comicità. Mi è sembrato un libro piacevole, scorrevole ma comico no no e no.

Su aNobii gli ho dato ben 4 stelle perchè effettivamente mi è piaciuto, l'ho letto tutto di un fiato e se tornassi indietro lo ricoprerei ancora ( a 6 euro!). Ho preferito questo Ammaniti all'Ammaniti di "Io non ho paura" e badate bene: io i compiti di italiano li ho fatti sempre, sia in estate che in inverno, forse anche più del dovuto e "Io non ho paura" l'ho letto ben due volte; mmm dicevo? Ah si: ho preferito questo Ammaniti mille volte di più non tanto per la storia in sè quanto per il come è riuscito a scriverla.
E' stato simpatico...comico è una parola un pò grossa.
Un Ammaniti ironico in questo "Che la festa cominci", si, ironico mi piace molto di più.

Voi cosa ne pensate?

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