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La Noia - Alberto Moravia


Ciao a tutti!
Oggi voglio parlarvi di un libro che ho "dovuto" studiare per il famoso esame che ancora devo sostenere a causa della neve (chi mi segue sulla mia pagina facebook sicuramente lo sa già, per chi invece volesse seguire tutte le mie vicissitudini potete cliccare a destra nel mio blog sulla pagina e mettere "mi piace" per entrare a far parte del gruppo Letterando con Marty).

Avete mai letto niente di Moravia?
Io non avevo mai letto niente appartenente a questo autore. Un pò perchè al liceo Moravia non si studia quasi mai, un pò perchè di solito non mi informo molto riguardo le uscite della casa editrice che ha pubblicato questo libro. Il nostro professore, però, a lezione ha approfondito moltissimo questo libro (tra gli altri) e mi ha incuriosito a tal punto che ho deciso di acquistarlo:


Casa editrice Bompiani, prezzo di copertina 10.90 euro, pagine 357 e codice ISBN 9788845250477.

Paradossalmente il titolo non è autoreferenziale.
Se in libreria vi imbattete in questo libro e pensate che sia noioso vi sbagliate di grosso.
La storia vede come protagonista Dino il quale fa parte di una famiglia altolocata. Nonostante i suoi soldi il protagonista si annoia di tutto e di tutti, è sempre annoiato e sempre sconsolato. Decide di abbandonare la casa dei suoi genitori, nella quale viveva con la madre e senza più un padre, morto prematuramente. Decide di cambiare aria: lascia la sua villa in campagna e si trasferisce in un appartamento in centro dove svolge la sua attività di pittore. Non vi sto a dire che anche la pittura finirà per annoiarlo... ma che cos'è la noia secondo Dino?

Pagina 6 e a seguire:
Penso che, a questo punto, sarà forse opportuno che io spenda qualche parola sulla noia, un sentimento di cui mi accadrà di parlare spesso in queste pagine. Dunque, per quanto io mi spinga indietro negli anni con la memoria, ricordo di aver sempre sofferto della noia. Ma bisogna intendersi su questa parola. Per molti la noia è il contrario del divertimento; potrei dire, anzi, addirittura, che per certi aspetti essa rassomiglia al divertimento in quanto, appunto, provoca distrazione e dimenticanza, sia pure di un genere molto particolare. La noia, per me, è propriamente una specie di insifficienza o inadeguatezza o scarsità della realtà. Per adoperare una metafora,la realtà, quando mi annoio, mi ha sempre fatto l'effetto sconcertante che fa una coperta troppo corta, ad un dormiente, in una notte d'inverno: la tira sui piedi e ha freddo al petto, la tira sul petto e ha freddo ai piedi; e così non riesce mai a prender sonno veramente.
La noia secondo Dino consiste principalmente nell'incomunicabilità.

Incomunicabilità sarà la parola magica durante la sua storia d'amore con Cecilia.
Nel momento in cui il suo vicino di casa perde la vita, Dino entra in contatto con questa strana ragazza che posava per l'ormai defunto pittore. Dino la convince a posare per lui ma ovviamente un "secondo fine" incombe. Cecilia è la metafora del mondo moderno e di come viene percepito da chi ne fa parte. Si tratta di una donna totalmente alienata e incapace di provare nessun tipo di emozione o attaccamento.
Dino se ne innamora e vorrebbe possederla, vorrebbe sposarla e vorrebbe che Cecilia fosse sua e di nessun altro, ma la ragazza non è in grado di provare niente e lo tradisce e spende i suoi soldi e lo fa impazzire.

Il finale è tragico ma abbastanza liberatorio per il protagonista. Ovvio è che non ve lo svelerò...
Però mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.
Avete mai letto questo libro?
La figura di Cecilia vi affascina o vi spaventa?

Commenti

  1. Ciao Martina, che bel blog. L'ho scoperto per caso, e dovrò assolutamente approfondirne la lettura con calma.
    "La noia" è stato a lungo uno dei miei romanzi preferiti, anche se ne ho colto solo stanotte il vero significato, credo. Ripensavo a una serie di eventi del passato e contemporaneamente ripensavo alla sua noia come a una forma di nostalgia in quanto distacco da cose e persone, che lo affliggeva anche mentre le stava vivendo e quindi ne rendeva invalidante direttamente il viverle.
    La figura di Cecilia affascina incredibilmente, penso sia quel tipo di donna eterea che riuscirebbe a vincolare a sè tanti uomini fragili, ma soprattutto uomini distratti o molto self-oriented, che non sappiano capire quanto si nasconda nella profondità di quegli occhi o nella gravità di certi silenzi molto eloquenti.

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  2. Ciao Martina, che bel blog. L'ho scoperto per caso, e dovrò assolutamente approfondirne la lettura con calma.
    "La noia" è stato a lungo uno dei miei romanzi preferiti, anche se ne ho colto solo stanotte il vero significato, credo. Ripensavo a una serie di eventi del passato e contemporaneamente ripensavo alla sua noia come a una forma di nostalgia in quanto distacco da cose e persone, che lo affliggeva anche mentre le stava vivendo e quindi ne rendeva invalidante direttamente il viverle.
    La figura di Cecilia affascina incredibilmente, penso sia quel tipo di donna eterea che riuscirebbe a vincolare a sè tanti uomini fragili, ma soprattutto uomini distratti o molto self-oriented, che non sappiano capire quanto si nasconda nella profondità di quegli occhi o nella gravità di certi silenzi molto eloquenti.

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  3. Ciao!
    Avevo provato a commentare stanotte in un momento di "follia"...
    "La noia" è bellissimo, ma alla terza rilettura - fatta a distanza di qualche anno - non mi ha trasmesso le stesse sensazioni.
    In passato sono stato come Dino, e mi hanno sempre affascinato le Cecilia. Tuttavia penso che Cecilia si rivolga a uomini fragili e self-oriented, che non riescono a leggere nei silenzi e negli occhi della loro compagna le mille cose che ne possono derivare...
    Tu (e gli altri lettori) cosa ne pensi?
    Bel blog, ne diventerò lettore...

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  4. Ciao grazie mille dei commenti!!! Ho inserito un filtro per la pubblicazione quindi devo prima approvarli di persona per poterli pubblicare nel blog, così evito gli spam! Grazie dei complimenti e a presto!
    :)

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