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Il viaggio verso casa - Catherine Dunne



Buongiorno lettore e buongiorno lettrice,
volevo raccontarti le mie impressioni a proposito di "Il viaggio verso casa" che è stato il mio compagno di avventura durante questo 25 Aprile. Giustamente in quella data, le lezioni all'università sono state sospese e dopo aver trascorso mattina e pomeriggio a studiare, la sera, dopo cena, mentre miomarito seguiva l'NBA io leggevo questa storia emozionante:

Il viaggio verso casa è edito da TEA, presenta 261 pagine totali, prezzo di copertina 8.60 euro, codice ISBN 9788850204823.

Adoro questa scrittrice. I suoi romanzi sono sempre scorrevoli e molto coinvolgenti. Ogni volta che ne inizio uno non riesco a chiuderlo se non a lettura terminata. Le storie hanno sempre come protagonista una figura femminile e di solito si tratta di una donna che deve combattere contro qualcosa: un matrimonio fallito; un lavoro impegnativo; figli ribelli e difficili.

La scena iniziale ci presenta Elizabeth che, dopo un viaggio in aereo piuttosto lungo, è seduta nell'abitacolo di una macchina noleggiata e sta percorrendo la strada verso casa. Ad attenderla il fratello maggiore e il motivo del suo ritorno a Dublino: sua madre. Elizabeth è provata dal viaggio e da uno sventato incidente automobilistico che ha destabilizzato il suo equilibrio interiore già sconvolto da una notizia imponente: sua madre sta morendo. In realtà, per lei, questa notizia è stata un fulmine a ciel sereno e i motivi sono molti:

  1. Le due donne hanno sempre avuto un rapporto difficile da gestire. Sono sempre state in disaccordo e spesso le loro opinioni cozzavano e sfociavano puntualmente il liti piuttosto accese.
  2. In seguito al punto uno troviamo il punto due ossia il fatto che Elizabeth appena ha potuto si è trasferita il più lontano possibile da sua madre, al fine di iniziare una nuova vita.
  3. Il punto due porta al punto tre cioè al fatto che la lontananza ha incrinato in maniera definitiva questo rapporto già claudicante e la comunicazione tra Elizabeth ed Alice è cessata quasi completamente.
Immaginate di stare a casa e mentre bevete una tazza di tisana squilla il telefono e vostro fratello che abita a chilometri da voi vi dice: "Ciao sorellina, come stai? Alice sta morendo. Forse è ora che torni a casa". Quando Elizabeth riceve questa telefonata rimane scioccata. Aspetta una settimana e poi decide di intraprendere questo viaggio verso casa. Fratello e sorella si avvicinano molto grazie a questa esperienza ed Elizabeth ha tempo per riflettere sulla sua vita e sul suo comportamento negli ultimi trent'anni. Sua madre la guiderà lungo questo percorso grazie ad un fascio di lettere che faranno conoscere sia ai protagonisti della storia che a noi lettori il passato di questa famiglia.

Si tratta di un libro commovente che, oltre a farmi piangere (ormai succede troppo spesso, decisamente), mi ha fatto riflettere molto. Ho pensato a tutte le persone che conosco, soprattutto a quelle a cui voglio bene, e ho capito che non c'è tempo da perdere. Non bisogna serbare rancore, dopo un litigio bisogna cercare di venirsi incontro e di mettervi fine. I momenti che passiamo lontani e arrabbiati sono momenti che non torneranno mai più e quando ci renderemo conto del tempo che abbiamo perso, ormai,sarà troppo tardi.
Cosa ti posso dire? Odio litigare. Spesso preferisco stare male che fare del male agli altri. E odio essere arrabbiata, soprattutto per le inezie facilmente risolvibili. Dobbiamo sempre pensare che al mondo esistono cose peggiori di quelle per cui ce la prendiamo tanto e che tutto il tempo che passiamo arrabbiati potrebbe benissimo essere impiegato per qualcosa di piacevole.
Elizabeth e sua madre hanno passato una vita intera a darsi contro, ad urlare, a piangere e ad essere arrabbiate. Ora si pentono di tutto questo, ma è troppo tardi. Non c'è soluzione, Elizabeth può solo decidere se continuare vivere con il rimpianto di ciò che è stato e poteva essere o se cercare di perdonarsi.

Un libro profondo, che stimola riflessioni importanti.

Il tempo è come un fiocco di neve, scompare mentre cerchiamo di decidere che cosa farne.
Romano Battaglia

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