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Compleanno - nuove entrate in libreria! (PARTE 1)

Ciao a tutti!
Finalmente l'ultimo pacco è arrivato e posso svelarvi i titoli di tutti i libri che ho ricevuto il 2 maggio, per il mio compleanno. Mi sono avanzati dei soldini (grazie nonne!!) e credo che li terrò da parte per la prossima settimana...il Salone Internazionale del libro di Torino mi aspetta, ho già in mente uno o due titoli...ma...una cosa alla volta!


  • Primo libro ricevuto è stato "Guerra e Pace" in due volumi editi Einaudi. Sto recuperando tanti classici e, dopo aver seguito la lettura di questo libro fatta da Tegamini, mi è venuta una voglia terribile di leggerlo. In più adoro la letteratura russa e i libri che superano le 900 pagine sono i miei preferiti, quindi: perfetto.


TRAMA: "La più antica epopea narrativa della letteratura moderna. Sullo sfondo della crisi europea degli inizi dell'Ottocento, si intrecciano le vicende di due famiglie dell'alta nobiltà russa, i Bolkonskij e i Rostov, fra i quali emergono le figure di Natasa Rostova, Andrej Bolkonskij e Pierre Bezuchov. Tolstoj accompagna i tre protagonisti, simboli dell'armonia del mondo, attraverso balli, battaglie, matrimoni, morti, partecipando direttamente alle loro angosce e inquietudini e dando voce ai moti interiori del cuore".


E finalmente il grande momento è arrivato: l'apertura del pacco IBS:


  •  "Il conte di Montecristo" con la nuova traduzione Einaudi, che stavo aspettando da mesi. Ho organizzato una colletta e mi sono imposta che se mai avessi trovato degli spicciolini in giro per la mia borsa li avrei messi da parte per acquistare questo libro. Mi sono innamorata di Dumas con I tre moschettieri e DOVEVO assolutamente prendere Il conte...e, finalmente, questo momento è arrivato!

 TRAMA: "Ha centosettant'anni, ma non perde un colpo. Pubblicato a puntate fra l'agosto 1844 e il gennaio 1846 sul "Journal des Débats", mentre Dumas lo stava ancora scrivendo (con l'aiuto di un ghost-writer, Auguste Maquet), senza sapere nemmeno lui come l'avrebbe concluso, e intanto metteva in cantiere altri due o tre romanzi, Il conte di Montecristo ha lasciato, e lascia tuttora, col fiato sospeso folle di lettori di ogni estrazione sociale e di ogni paese. Nessun romanzo, forse, ha avuto tante edizioni (settantasei solo in Italia, già dal 1946), tanti adattamenti cinematografici (il primo nel 1922) e televisivi; è diventato un musical, un fumetto con Paperino, è stato immortalato sulle figurine Liebig e condensato nelle strisce della Magnesia San pellegrino; oggi ispira la serie americana Revenge. Tutti quindi possiamo dire di conoscerne almeno a grandi linee la trama e il protagonista, anche chi non lo ha mai letto. Ma non c'è trasposizione, necessariamente lacunosa, data la mole del romanzo, che valga il godimento di aprirlo e rimanere intrappolati senza scampo nel suo inesorabile ingranaggio narrativo, che funziona sempre anche se si sa già come andrà a finire la vicenda. I suoi stessi difetti, le ripetizioni, le digressioni, le zeppe, sono funzionali al piacere della lettura. Gramsci lo ha bollato come "il più oppiaceo dei romanzi popolari: quale uomo del popolo non crede di aver subìto un'ingiustizia dai potenti e non fantastica sulla punizione da infliggere loro?" Nella sua scia, ma senza alcuna condanna ideologica, Umberto Eco lo ha fatto accedere, finalmente, al canone della tradizione letteraria, celebrando il suo protagonista come una delle più riuscite incarnazioni del "superuomo di massa". Bello e tenebroso quanto basta, Montecristo non ricorre all'armamentario del romanzo gotico inglese, né è un autentico aristocratico come il suo predecessore più immediato, il Rodolphe de Gerolstein dei Misteri di Parigi di Eugène Sue (1843), vendicatore di torti nei bassifondi di Parigi. Montecristo ammette con disinvoltura di essere un "conte improvvisato", ma con un patrimonio da far impallidire quello di Rothschild, un fascino magnetico e una cultura smisurata, grazie ai quali abbacina l'élite politica e finanziaria del regno borghese di Luigi Filippo. Dall'alto della sua onniscenza, tiene a bada depressione e malumori con pasticche di hashish, e intanto manipola la Borsa, usa l'amministrazione della giustizia come un suo personale braccio armato e pilota l'esistenza dei suoi nemici per punirli con sapiente contrappasso, imprigionandoli in una trama impeccabile di coincidenze che non sono mai tali, di accadimenti che non sono mai fortuiti. Proprio come farebbe un gran romanziere."


  •  Fernanda Pivano è stata la traduttrice di moltissimi scrittori americani. Era anche una grandissima appassionata di letteratura americana, che ha combattuto per la divulgazione di molti libri proibiti. E' stata giornalista e critica letteraria e ho aspettato di leggere questo libro per moltissimo tempo. Il prezzo di copertina era 18 euro, io su Ibs l'ho trovato a 9, in copertina rigida. Sono troppo fiera di questo acquisto e credo sarà uno dei primi libri che leggerò dopo "Il cardellino".



TRAMA: "Herman Melville, Edgar Lee Masters, Jack Kerouac, Ernest Hemingway, Charles Bukowski, J.D. Salinger. Ma anche Raymond Carver, John fante, Kurt Vonnegut. Fino a Philip Roth, Chuck Palahniuk, Don DeLillo, Bret Easton Ellis, David Foster Wallace, Jonathan Safran Foer... Questo è un libro sulla libertà, la libertà che si conquista attraverso la lettura. E questi sono i suoi alfieri disarmati, i suoi profanissimi santi protettori. Questo è in libro sui libri, un'ultima lezione di Fernanda Pivano a tutte le nuove generazioni, un testamento di speranza proiettato verso il futuro. E' la biblioteca ideale della Nanda, i cento titoli che i ragazzi di tutte le età dovrebbero leggere per scoprire, godere, crescere, ognuno descritto da una scheda introduttiva. In alcuni casi sono riprodotti gli originali (e inediti) giudizi di lettura. Era il 1957 quando Fernanda Pivano, giovane come è sempre stata, in un giudizio di lettura caldeggiò con forza e passione la pubblicazione di "On the road", scritto da un allora sconosciuto Jack Kerouac: "Il libro non è forse un capolavoro ed è pieno di difetti...Eppure c'è qualcosa di strano: forse è davvero il libro della nuova generazione". Da allora la mitica Nanda non ha mai smesso di combattere per promuovere tutto quello che sapeva di nuovo, di libero, di rivoluzionario, per contagiare tutti con la sua passione. Con un progetto sempre chiaro in testa, che questo libro riassume e realizza:" Tutti i miei testi sono soltanto lettere d'amore; se scuotono dall'indifferenza qualcuno e lo inducono a interessarsi ad almeno uno dei libri descritti e al loro autore hanno raggiunto il loro scopo."



  •  Ennesimo libro attesissimo dalla sottoscritta: "Stoner" di John Williams. Ho partecipato al gruppo di scrittura e Stoner usciva fuori ad ogni lezione, sgomitava e si faceva largo tra tutta la letteratura mondiale e, puntualmente, veniva collocato nell'Olimpo della letteratura. Nella fascetta c'è una citazione di Tom Hanks che ha detto "Questo è semplicemente un romanzo che parla di un ragazzo che va all'università e diventa un professore. Eppure è una delle cose più affascinanti che vi capiterà mai di leggere". Io sono già stata contagiata dal morbo Stoner, e devo ancora iniziarlo.

TRAMA: "William Stoner ha una vita che sembra essere assai piatta e desolata. Non si allontana mai per più di centocinquanta chilometri da Booneville, il piccolo paese rurale in cui è nato; mantiene lo stesso lavoro per tutta la vita; per quasi quarant'anni è infelicemente sposato alla stessa donna; ha sporadici contatti con l'amata figlia e per i suoi genitori e un estraneo; per sua ammissione ha soltanto due amici, uno dei quali morto in gioventù. Non sembra materia troppo promettente per un romanzo e tuttavia, in qualche modo, quasi miracoloso, John Williams fa della vita di William Stoner una storia appassionante, profonda e straziante. Come riesce l'autore in questo miracolo letterario? A oggi ho letto Stoner tre volte e non sono del tutto certo di averne colto il segreto, ma alcuni aspetti del libro mi sono apparsi chiari. E la verità è che si possono scrivere dei pessimi romanzi su delle vite emozionanti e che la vita più silenziosa, se esaminata con affetto, compassione e grande cura, può fruttare una straordinaria messe letteraria. E' il caso che abbiamo davanti. La prima volta che l'ho letto sono rimasto sbalordito dalla qualità della scrittura, dalla sua pacatezza e sensibilità, della sua implacabile chiarezza e sensibilità, dalla sua implacabile chiarezza abbinata a un tocco quanto mai delicato. Dio si nasconde nei dettagli e in questo libro i dettagli ci sono tutti: la narrazione volteggia sopra la vita di Stoner e cattura ogni volta i momenti di una realtà complessa con limpida durezza [...], e attraversa con leggera grazia il cuore del lettore, ma la traccia che lascia è indelebile e profonda." {Peter Cameron}



Mancano altri cinque libri all'appello, restate connessi...

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