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Leggendo #4: Il cardellino - Donna Tartt

Ciao a tutti,
dopo varie vicissitudini e problemi tecnici siamo tutti pronti per affrontare la discussione della terza triade di capitoli del Premio Pulitzer 2014. Il Cardellino è iniziato bene suscitando l'entusiasmo di tutti i membri del GDL che fino ad oggi hanno risposto ai post...con gli altri vedremo più avanti come va.
I primi tre capitoli sono andati alla grande, mentre nei capitoli 4 - 5 - 6, secondo l'opinione di molti di noi, qualcosina dovrebbe essere rivisto. In ogni caso la lettura procede a passo spedito e non vedo l'ora di conoscere le vostre opinioni anche a proposito dei capitoli 7 - 8 - 9 di cui tratteremo in questa sede.

Se vi siete persi le discussioni passate cliccate qua sotto e se avete deciso di partecipare non esitate a commentare, vi aspettiamo!


SPOILER
III
Siamo così abituati a mascherarci di fronte agli altri
che finiamo per farlo anche di fronte a noi stessi
FRANCOIS DE LA ROCHEFOUCAULD

Capitolo 7
La-bottega-dietro-la-bottega
Theo si trova nel retrobottega di Hobie:
"Mi dispiace" dissi d'impulso. "Ti dispiace?" Mi guardava come se gli avessi chiesto indicazioni per un posto che lui non sapeva come raggiungere. "Oh, forza..." "Per favore, non mi mandi via." "Che significa? Mandarti via? E dove?" abbassò gli occhiali a mezzaluna e mi osservò da sopra le lenti. " Non essere ridicolo" disse, la voce scherzosa e vagamente irritata. "L'unico posto dove dovrei mandarti è a letto, e di corsa. Sei ridotto peggio di un appestato." Ma il modo in cui l'aveva detto non mi rassicurò. Paralizzato dall'imbarazzo, determinato a non piangere, mi trovai a fissare ostinatamente il desolato angolo della cucina che aveva ospitato la cuccia di Cosmo.
 Il ragazzo è disperato, di nuovo, per l'ennesima volta, perché non è mai stato così totalmenete solo e l'idea che Hobie possa decidere (a ragione peraltro) di mandarlo via o di affidarlo agli assistenti sociali lo terrorizza; per questo motivo inizia a disperarsi e confessa a Hobie tutta la sua situazione nella sua interessa, parlando della madre, del padre e anche dei nonni che per chissà quale motivo non lo vogliono con loro. Hobie è un uomo di buon cuore e, dopo aver ascoltato lo sfogo di Theo lo accompagna a letto dove potrà riposarsi. Dopo essersi sistemato sotto le coperte Theo riceve il messaggio di Boris che lo informa che si sta drogando allegramente durante una festa in piscina. Dopo quel messaggio passerà molto tempo prima che Boris torni a farsi sentire.
Nei giorni a seguire Theo ricontatta il famoso avvocato (al quale aveva chiesto i soldi sotto esplicito consiglio del padre) per valutare la sua situazione finanziaria, ma un evento decisamente più lieto lo intrattiene: Pippa. Si ferma per un tempo brevissimo e ben presto riparte per tornare a scuola, ma la differenza del suo atteggiamento è evidente: quando Pippa è con lui Theo è una persona migliore, sarà l'amore a renderlo tale?
Hobie ottiene la tutela temporanea e Theo si comporta diligentemente, per non recare disturbo al suo dolce ospitante. Inoltre inizia a studiare per l'esame di ammissione anticipata all'università. Utilizzerà lo studio come pena del contrappasso al fine di cercare di assolvere tutti i mali che ha recato al prossimo. Theo è l'eterna vittima: si sente responsabile della morte della madre e in queste pagine inizia a sentirsi responsabile anche della morte del padre:
Eppure ero contento, perché col cervello costantemente sotto pressione non avevo il tempo di pensare. La vergogna che mi tormentava era sfibrante soprattutto perché non aveva un'origine ben definita: non sapevo perché mi sentissi così sporco, e inutile e sbagliato - sapevo solo di esserlo, e ogni volta che sollevavo lo sguardo dai libri venivo sommerso da acque melmose che si riversavano su di me da ogni lato.
 A questo si unisce la mancanza di Pippa, perché senza di Pippa "nella casa aleggiava un silenzio mortale". La vita a casa di Hobie è molto diversa da quella a casa dei Barbour, l'atmosfera non è più affollata, complessa ed eccessivamente formale; Hobie vive come un grande mammifero marino nel suo piccolo ecosistema, "in una casa dove ogni orologio non andava d'accordo con gli altri e il tempo scorreva secondo traiettorie serpeggianti, seguendo solo il proprio torbido tic tac".
A rompere la monotonia un articolo di giornale dove l'argomento principale è costituito dal ritrovamento di alcune opere rubate durante l'attentato. Theo lo legge con attenzione e con una certa ansia piuttosto evidente; il ricordo di quel giorno non lo abbandona.
Per strada, un camion dei vigili del fuoco ululò ferocemente prima di svanire lontano. Automobili, coppie che ridevano uscendo dai locali, Mentre me ne stavo sdraiato, cercando di pensare a cose rilassanti come la neve e le stelle nel deserto, sperando di non aver ingoiato il cocktail sbagliato che mi avrebbe ucciso, feci del mio meglio per aggrapparmi all'unico dato confortante che avevo tratto dalle mie letture online: i dipinti rubati erano quasi impossibili da rintracciare, a meno che qualcuno non cercasse di venderli, o spostarli, ragion per cui solo il venti per cento dei furti d'arte veniva scoperto.
Capitolo 8
La-bottega-dietro-la-bottega, il seguito
L'ansia e il terrore per il dipinto erano talmente forti che riuscirono a mettere in ombra l'arrivo della lettera: ero stato ammesso al programma universitario per studenti precoci, che avrei cominciato a frequentare in primavera. Rimasi così sconvolto da quella notizia che chiusi la busta in un cassetto della scrivania e ce la lasciai per due giorni, accanto a un fascio di carta da lettere con le iniziali di Welty, finché non trovai il coraggio di affacciarmi in cima alle scale (dal laboratorio proveniva il rumore rauco della sega) e chiamare: "Hobie?"
Hobie è davvero felicissimo per il successo di Theo, quasi come lo sarebbe un padre. Così Theo inizia questa nuova esperienza. Il peggio è passato, infatti, dopo aver superato l'esame di ammissione si rende conto che il programma del corso non è così difficile come pensava: può scegliere tra diverse e interessanti materie facoltative e le verifiche finali consistono nella risposta a qualche domanda aperta a metà quadrimestre e un progetto da presentare alla fine. Comunque decide di impegnarsi il meno possibile, segue i corsi indispensabili, va a lezione e risponde quando viene interpellato dai professori; di stringere nuovi rapporti di amicizia non se ne parla neppure. Se pensate che la tragedia è rimasta alle spalle di Theo vi sbagliate di grosso:
E io non sopportavo il modo in cui gli insegnanti mi trattavano, come se mi conoscessero perfettamente e comprendessero a fondo tutte le implicazioni della "tragedia", così l'aveva definita la mia insegnante di cinema, la signora Lebowitz ("chiamami Ruthie"). Anche lei, la signora Lebowitz, dopo aver letto il mio saggio su "Ladri di biciclette" aveva insistito perché io mi iscrivessi al club di Cinema; sosteneva che avrei apprezzato molto anche le attività del club di Filosofia dove, ogni settimana, si dibatteva su quelli che lei chiamava i Grandi Interrogativi. "Uhm, ci penserò" le avevo risposto educatamente.
Ma Theo non è in cerca di nessuna sfida e non ha nessunissima intenzione di sviluppare le sue capacità, allargare i suoi orizzonti e sfruttare le mille risorse a sua disposizione. Theo si crogiola nel dolore sospeso di quell'onirico ricordo.
Sebbene mi capitasse di lavorare nel seminterrato accanto a Hobie per sei o sette ore di fila senza quasi aprir bocca, non mi sentivo mai solo quand'ero con lui: il fatto di aver trovato un adulto così comprensivo, presente e attento che non fosse mia madre mi sbalordiva. la notevole differenza d'età faceva sì che tra noi rimanesse una certa formalità, una sorta di riserbo generazionale; ma allo stesso tempo avevamo stabilito una specie di contatto telepatico, per cui accadeva che gli passassi la levigatrice o lo scalpello prima ancora che lui me lo chiedesse.
Theo si appassiona molto all'arte della ristrutturazione dei mobili antichi ed è totalmente affascinato dalla bravura di Hobie. Si dedica allo studio, al lavoro e al suo Cardellino, non perde mai le tracce delle indagini; legge costantemente gli articoli e ascolta i numerosi reportage alla televisione. Il suo amico nascosto è sempre nei suoi pensieri. Per altri 8 mesi vive in casa di Hobie, e poi scopre il deposito dove Hobie tiene i mobili restaurati. Gli viene in mente di prendere in affitto una stanza per il suo cardellino e così fa, per tenerlo al sicuro e lontano da occhi indiscreti; paga due anni di affitto e lo lascia lì. Mentre torna a casa, dopo aver compiuto la missione, scopre che il palazzo in cui abitava con la madre è stato abbattuto per fare spazio ad un palazzo nuovo di zecca "Questa è New York" si sente dire mentre esamina i calcinacci dell'unico luogo che fino a quel momento gli era sembrato stabile e immutabile.

IV
Il vincolo che fa di noi dei padri e dei figli risiede nel cuore,
e non nella carne e nel sangue
SCHILLER

Capitolo 9
Un universo di possibilità
Un balzo temporale non indifferente è ciò che ci aspetta: sono passati otto anni, Theo ha deciso di non proseguire gli studi e di dedicarsi anima e corpo al negozio di Hobie.  Un giorno per strada incontra Platt Barbour, il figlio maggiore, che lo informa che Andy e suo padre sono morti annegati cinque mesi prima. Questo evento sconvolgente sarà utile a ristabilire i legami con quella austera famiglia che lo aveva aiutato in passato. Così Theo accetta l'invito di Platt e torna nell'appartamento di Park Avenue per fare una visita alla signora Barbour. Ma nel frattempo Theo deve combattere contro un altro demone: Lucius Reeve. Questo insolito figuro ha acquistato uno dei mobili falsi messi in vendita dallo stesso Theo. La storia è questa: Hobie si diletta nel restauro di mobili antichi originali, ma, dai pezzi di scarto, è capacissimo di creare delle strutture molto simili a quelle originali. Per cui Hobie, durante le sue giornate di lavoro, crea tonnellate di falsi che accatasta nel famoso magazzino. Theo si è accorto della precisione di questi mobili e ha deciso di iniziare un commercio illegale di falsi, che appioppa ai nuovi ricchi o alle mogli oche dei ricchi veri. Così fa un sacco di soldi e dopo aver aiutato Hobie con tutte le spese e i debiti arretrati del negozio, incassa gran parte del ricavato per sè e per acquistare droga. Ovviamente Hobie non ne sa niente, non penserebbe mai a fare qualcosa del genere perché è troppo buono e troppo innocente, al contrario di Theo, che di innocente non ha più nulla ormai. Lucius Reeve si è accorto di tutto ciò e ha scoperto di più.

La signora barbour si è spenta e si è rintanata in casa. Non esce più, non si presenta più all'appuntamento settimanale dal parrucchiere e non prende parte alle cene di beneficenza. Quando Theo la incontra nella sua stanza sta ricamando e la luce che aveva negli occhi si è affievolita. Durante questo incontro, Theo ricorda con la signora B. sia Andy sia il marito e l'atmosfera è piuttosto inquieta. Incontra i piccoli Toddy e Kitsey, ormai non più tanto piccini e Platt gli da l'idea di invitare a cena quest'ultima.

La droga, Il cardellino e le persone che non ci sono più vorticano nella mente di Theo che ne è sopraffatto e sofferente esprime un giudizio che credo sia interessante riportare:

Ma depressione non era la parola giusta. Era un volo in caduta libera nel dolore e nel disgusto che andava ben oltre la sfera personale: una repulsione rivoltante e torrenziale nei confronti dell'intera umanità in ogni sua forma e manifestazione fin dalla notte dei tempi. Il contorto abominio dell'ordine biologico. Vecchiaia, malattia, morte. Nessuna aveva scampo. Anche i più belli non erano che morbidi frutti sul punto di marcire. Eppure, per qualche strana ragione, la gente continuava a scopare, a riprodursi e a sfornare altro cibo per vermi, mettendo al mondo altri esseri umani destinati alla stessa sofferenza, come se questo fosse uno strumento di redenzione, un'azione giusta o, persino, degna di ammirazione: trascinavano creature innocenti in un gioco senza vincitori. Neonati che dimenavano, mamme dolci e compiaciute, drogate di ormoni. Ma non è adorabile? Ooohh. bambini che schiamazzavano e correvano al parco, totalmente ignari dell'inferno che li aspettava: lavori monotoni e mutui esorbitanti e matrimoni sbagliati, calvizie, protesi all'anca, solitarie tazze di caffè in una casa vuota e una sacca per colostomia in ospedale. La maggior parte delle persone sembravano soddisfatte della sottile patina ornamentale e del sapiente gioco di luci che, di tanto in tanto, facevano apparire più misteriosa o meno ripugnante la sostanziale atrocità della condizione umana. la gente scommetteva, giocava a golf, curava giardini, comprava e vendeva azioni, faceva sesso, acquistava macchine nuove, faceva yoga, lavorava, pregava, riarredava casa, andava in ansia per le notizie al telegiornale, si preoccupava per i figli, spettegolava sui vicini, studiava attentamente le recensioni dei ristoranti, fondava associazioni di beneficenza, sosteneva candidati politici, andava a vedere gli Us Open, usciva a cena, viaggiava e cercava di distrarsi con ogni sorta di congegno o di accessorio, lasciandosi continuamente sommergere da un torrente di informazioni, messaggi, comunicazioni e forme di intrattenimento provenienti da ogni direzione, tutto solo per tentare di dimenticare: dove eravamo, cosa eravamo,. Ma sotto una luce intensa, non c'era modo di vedere le cose da una prospettiva confortante. Tutto era marcio, dall'inizio alla fine: passavi buona parte del tuo tempo in ufficio, sfornavi diligentemente i tuoi due figli e mezzo di media, sorridevi con garbo alla tua festa di pensionamento e poi finivi a masticare le lenzuola e a strozzarti con le pesche sciroppate in una casa di riposo. Sarebbe stato meglio non essere mai nati - non aver mai desiderato nulla, non aver mai sperato in niente.
Lucius Reeve scopre che Theo possiede il cardellino.
Hobie scopre i loschi traffici di mobili falsi ti Theo.
Dopo 582 pagine Theo non ha ancora trovato la sua pace.

RIFLESSIONE PERSONALE

A mio avviso il ritmo della narrazione si è rallentato.
Questo non vuol dire che il libro perda di valore, però, per quanto mi riguarda, la lettura non è stata così serrata come nei primi tre capitoli. Ho preso lunghe pause tra un capitolo e l'altro e a volte sono stata giorni interi senza leggere e (oltre al cambiamento di ritmo) devo puntare il dito anche contro il protagonista. 
Theo è sempre più insopportabile.
Capisco l'infanzia difficile e capisco che la vita non lo ha aiutato nemmeno un po', ma non fa niente per riscattarsi. Avrebbe potuto puntare tutto sullo studio e la carriera accademica, invece ha preferito fare il minimo indispensabile; avrebbe potuto dedicarsi al negozio in maniera leale, invece ha fregato i suoi clienti e lo stesso Hobie. Theo è un ladro ed è un drogato e sta bene in questa condizione. Non cerca di migliorare se stesso e di migliorare la sua vita. Inizialmente quando si sentiva costantemente vittima del fato mi faceva compassione pensare alla sua storia, ma gli anni passano e ognuno può avere una seconda possibilità. Theo non sfrutta niente, non apprezza niente di ciò che di buono esiste. E' tristissimo accompagnarlo tra le pagine senza vedere un miglioramento o una crescita, tutto ciò che fa lo fa precipitare sempre più nel baratro che si è costruito intorno. Gli unici momenti, gli unici attimi di respiro da tutta questa depressione sono le scene in cui figura anche Pippa. L'amore che prova per lei lo rende in assoluto una persona migliore anche se, pure lì, non si sbilancia, non confessa e non si apre. Non c'è una crescita in questo personaggio e non c'è un cambiamento. 

Per fortuna abbiamo lasciato Boris a Las Vegas, se ci fosse stato anche lui il mio voto per questi tre capitoli sarebbe stato davvero bassissimo, invece, grazie alla bontà di Hobie e alla scoperta dell'umanità che era repressa nella signora Barbour (talmente repressa che agli occhi di molti di noi è sembrata una donna arida, quasi un robot senza sentimenti) e che è scaturita in seguito alla morte di Andy e del marito, il mio voto resta lo stesso dei capitoli precedenti.
 La signora B mi è sempre piaciuta, sin dall'inizio del romanzo quando è comparsa per la prima volta. Nei confronti di Theo, invece, ho sempre nutrito il sospetto che fosse un debole e per questo motivo mi urtava la sua amicizia con Boris e il suo essere costantemente succube. 
Mi piace molto come la Tartt è capace di incastrare le varie situazioni nella catena di eventi che vengono raccontati. Non ci si annoia, perché ne succedono di ogni. Una penna decisamente brillante e molto capace, secondo me non è semplice reggere una struttura narrativa così articolata per un tempo così lungo. Novecento pagine sono tante e un testo così strutturato è francamente rassicurante, per quanto mi riguarda.

In più ci vengono regalate delle pagine meravigliose, cariche di una disperazione quasi lirica; deliri onirici ci stupiscono tra un racconto e l'altro ed è bellissimo. Ho sottolineato tantissime frasi e me le sono appuntate, Donna Tartt è una scrittrice esemplare.

Però....spero che negli ultimi tre capitoli il ritmo torni ad essere quello dei primi. Adesso si è appiattito leggermente e invece ho necessità di un colpo di scena. Theo non mi stupisce più, potrebbe benissimo iniziare a spacciare o uccidere gente; ma spero vivamente che succeda qualcosa di inaspettato per dare una svolta al tutto.

Per ora non mi viene in mente altro, magari lo aggiungerò in risposta ai commenti...a proposito,voi cosa ne pensate?

A lunedì prossimo con gli ultimi tre capitoli!

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